La
sequenza risulta giudicare-condannare-perdonare. Se hai giudicato, se
hai condannato, puoi alla fine perdonare. Un fare rispetto al
precedente non fare. Ti perdono quando non ti giudico, quando non ti
condanno, quando non ti inchiodo ad una definizione. Perdonarti è
non definirti, non limitarti. Lascio a te la possibilità di
definirti attraverso le tue azioni. Ciò che posso fare è
perdonarti ma non posso trasformarti. Non giudicandoti, non
definendoti, ti dono la possibilità di prendere la direzione che
vorrai senza pre-giudicare le infinite possibilità che si aprono.
Non giudico la
direzione da te presa perché qualunque sia è la tua.
Perdonare
è permettere all'altro di trovare la propria via senza dipendere. Ti
perdono quando non ti giudico e non ti condanno, perdono quando ti
lascio libero di diventare ciò che sei senza che altri ti
imprigionino in una gabbia di senso non tua, non scelta da te.
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