martedì 9 giugno 2015

"...e non sarete giudicati" (parte quarta)

Come applico agli altri il mio giudizio, così gli altri giudicheranno me. Dobbiamo notare il futuro. Giudico e poi sarò giudicato: è una conseguenza futura di un'azione presente. Tutte le volte che giudico apro la strada ad un giudizio futuro che piomberà su di me con la stessa forza e ferocia con cui l'ho esercitato. Perchè ciò che giudico con così grande durezza è dentro di me. Giudico negli altri ciò che è nascosto in me ed che non vedo se non attraverso l'altro. Il mio sdegno verso l'altro è la misura, direttamente proporzionale, di ciò che vi è in me.   


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