“...e,
postala nel mezzo, 4
gli dicono:
«Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. 5
Ora Mosè, nella
Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne
dici?».”
Letteralmente
“fatta stare in mezzo”. L'adultera è messa al centro della
scena, è oggetto della legge ed essa stessa corpo del reato. E sarà
questo corpo ad essere oltraggiato, colpito, lacerato.
L'autorità
sociale conosce già la pena per il reato, non c'è discussione: ci
si appella al principio di autorità, a Mosè. La sanzione è un
supplizio pubblico, la lapidazione, a cui partecipa la folla (gli
altri, i giudicanti). Espiazione pubblica con diritto di vendetta,
infatti gli accusatori partecipano all'esecuzione. La responsabilità
è di tutta la comunità perché ciò che è stato commesso è contro
le leggi della comunità. I testimoni sono i primi a scagliare le
pietre della pena. Tutto è pronto ma si vuole chiedere a chi
istruisce fuori dal Tempio, si vuole conoscere la valutazione di
questo nuovo Maestro. “Tu che ne dici (lego)?”
Il
termine (legô) può essere tradotto anche con insegnare, esortare, consigliare.
"Tu
cosa insegni?”
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