lunedì 6 luglio 2015

“Ma quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani fino agli ultimi.”

Je suis l’Autre. Io vedo nell’altro ciò che è in me. Io proietto sull’altro ciò che ho dentro di me. L’altro è una mia proiezione. Chi sia l’altro non lo so.
Proietto sull’altro. Io sono l’adultera, l’adultera è dentro di me, è parte di me.
E questa rappresentazione dell’adultera, generata in me dal Noi sociale, è da me esteriorizzata. La vedo nell’altro/a, la porto fuori di me. Ne ho paura.
La paura crea in me una rabbia che diventa collera, vendetta. Voglio colpire, lapidare.
Ma se mi accorgo che non c’è nessuna adultera, se non nella mia mente determinata dal Noi, se mi accorgo che l’adultera è dentro di me, dentro ognuno di noi, se rinuncio alla proiezione e all’esteriorizzazione, se ridivento Io e non più rappresentante inconsapevole del Noi allora rinuncerò a colpire e me ne andrò. Andrò come Io, ad uno ad uno, non come Noi. Ritorno ad essere Io.
E chi ha più esperienza e saggezza sarà il primo a rinunciare.  






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