Luca
6,37 continua con un altro versetto dopo il “non giudicare”.
Condannare
è diverso da giudicare. Il termine greco katadikazo significa dare
un giudizio contro qualcuno, dichiarare colpevole. Condannare
introduce una sanzione, una disapprovazione. Quando giudico qualcuno,
lo condanno ad essere rinchiuso in una gabbia di senso, lo costringo
ad essere un qualcosa deciso da me, dal mio giudizio su di lui che
diventa condanna (“Sei insopportabile”, “Sei noioso”). Con
la mia condanna ti intrappolo in una definizione di te di cui non ti
libererai con facilità. Ti condanno a soffrire per liberarti. Ogni
giorno condanniamo bambini, adolescenti, donne, malati, amici, coloro
che amiamo. Lo stigma di un giudizio porta in sé una condanna
futura che può essere superata solo con una trasformazione totale
del condannato che risulterà incomprensibile a chi ha pronunciato la
condanna.
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