Penso che sia giunto il tempo di rileggere i testi sacri in chiave psicologica cioè considerare la sapienza contenuta in questi antichi testi come una forma di psicologia che ha molto da dirci.
Un piccolo esempio per farvi riflettere in questi tempi di vacanze: siete proprio sicuri che il Dio della Bibbia ha cacciato dal Paradiso terrestre in nostri progenitori? E se invece Dio (ciò che intendiamo con questo termine) fosse stato Lui a spingerci fuori da quel luogo incantato , a lasciarci liberi di percorrere la nostra strada, rendendoci autonomi e svincolati da ogni tutela? E che questo spingerci fuori dalla bolla protettiva del Paradiso fosse l'unico modo per conoscere il bene e il male cioè per diventare esseri umani e non burattini dipendenti da lui?
La rilettura simbolica dei testi sacri (cristiani e non) è un compito immane. Il Vangelo come trattato insuperato di psicoterapia. Ciò che consideriamo il Nuovo Testamento e l'Antico Testamento interpretati come un percorso d'integrazione tra l'Io e il Sè. Le vicende bibliche come racconto della nostra anima.
sabato 15 agosto 2015
Lettura psicologica dei testi sacri
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